Il brano di McFerrin, uscito nel 1988, da più di 20 anni è un vero "inno alla felicità". La rivista scientifica Brain Pickings svela per la prima volta quali sono i punti di forza di questo testo che trasmette impulsi positivi al nostro cervello e agisce quasi come un medicinale per l'umore di VALERIA PINI
Una canzone capace di portare allegria e buonumore. Qualche parola da canticchiare, il ritmo che spinge a ballare, e si dimenticano i problemi nel giro di pochi minuti. Ognuno ha i suoi brani preferiti, ma sono in pochi a resistere alla magia di Don't worry, be happy di Bobby McFerrin, un vero "inno alla felicità". E a quanto pare dietro questo piccolo capolavoro della musica si nascondono ingredienti che hanno lo stesso potere di un medicinale per l'umore.
Smontando il brano di McFerrin, Maria Popova, direttrice del giornale on line statunitense Brain Pickings, ha svelato, passo dopo passo, la forza del testo che trasmette impulsi positivi al nostro cervello. Chissà se quando lo scrisse, nel lontano 1988, McFerrin sapesse già quanto sarebbero state preziose le sue parole? Quello stesso anno, il 24 settembre, il titolo era in cima alle classifiche e il disco veniva comprato da migliaia di persone. Forse tutte stregate dall'allegria del ritornello. "Ho spacchettato i versi di Don't worry, be happy per scoprire i messaggi che la canzone trasmette al cervello. Ogni parola contiene elementi di saggezza che sono preziosi per l'equilibrio dell'individuo", spiega Popova.
Cuore e malattie cardiovascolari.
Detto così sembra quasi banale, ma a quanto pare funziona. Già diversi studiosi hanno preso in esame il potere terapeutico della musica. C'è chi combatte tensioni e angosce con la meditazione e chi invece se la cava con qualche canzone giusta.
Il cantautore della popolare canzone regala una serie di consigli preziosi che potrebbero valere di più di tante sedute di psicanalisi. McFerrin scrive: "Nella vita quotidiana avete dei problemi, ma se vi preoccupate raddoppiano". Un consiglio semplice, quasi scontato, che però finiamo spesso per dimenticare.
La tendenza ad aggiungere stress allo stress è molto diffusa e tutto questo ha effetti nocivi sulla salute. Secondo una ricerca appena pubblicata della Harvard School of Public Health, l'ottimismo è un ottimo antidoto contro le malattie vascolari e rallenta la progressione delle patologie qualora fossero già presenti. Indagando sul rapporto tra salute cardiovascolare e ottimismo, gli scienziati hanno dimostrato che gli atteggiamenti positivi spingono a impegnarsi in comportamenti più sani.
Gli esperti dell'università del Maryland hanno invece dimostrato che una risata ha sulle arterie lo stesso effetto benefico dell'attività fisica o delle statine o dei farmaci anti-colesterolo. E per avere un beneficio ai massimi livelli, nell'arco di una giornata sarebbe necessario ridere almeno 15 minuti. Gli studiosi sono già al lavoro per una mettere a punto una specie "di cura dell'allegria" già battezzata Be happy, be healty.
Felicità e rapporti umani. C'è un altro punto della famosa canzone di McFerrin che ci ricorda quanto siano importanti i rapporti umani nelle nostre vite: "Quando ti preoccupi chiamami, posso darti la felicità". (When you worry call me. I make you happy). Lo dice McFerrin, ma anche la scienza. E' di qualche giorno fa la ricerca della Brigham Young University, pubblicata sulla rivista Plos Medicine, che dimostra che le relazioni sociali, con amici, familiari, vicini o colleghi, allungano le nostre possibilità di sopravvivere del 50%.
L'empatia. Gli altri sono importanti nelle nostre vite e in Don't worry, be happy si scopre quanto tristezza e depressione siano contagiose. La canzone spiega che quando si è preoccupati, si ha un viso teso e il malumore finisce col deprimere anche gli altri ('cause when you worry, your face will frown and that will bringh everybody down). Anche dispiacere e felicità si trasmettono da una persona all'altra."Questo è l'effetto dei 'neuroni specchio', collegati all'empatia fra persone, una delle scoperte più interessanti delle neuroscienze", dice Popova.
"Pensa positivo". Il giornale Brain Pickings ricorda quanto sia importante per ognuno di noi puntare al buonumore e cercare di pensare positivo. "E' stato scientificamente dimostrato - dice Popova - che se cerchiamo di cambiare il nostro comportamento per raggiungere determinate emozioni, questo ci aiuta e interiorizzare in modo genuino queste emozioni. Paul Ekman, che ha studiato le espressioni del viso per anni, ha evidenziato che se si inizia a sorridere in modo non spontaneo si finisce per cambiare il proprio stato d'animo fino a riuscire a diventare allegri".
Abbandonare le preoccupazioni. Insomma l'obiettivo per stare bene è quello che recita la canzone di Lorenzo Jovanotti: "Penso positivo". Anche perché pensare negativo non solo non serve a nulla, ma può essere nocivo per la salute. Uno studio del 2009 dell'università di Pittsburgh, su 100.000 donne, ha rivelato uno stretto legame tra uno stato d'animo brillante e propositivo e il rischio di ammalarsi di tumori, malattie cardiache o morire prematuramente.
E anche qui le parole di McFerrin ne fanno quasi un profeta. "Il testo può essere collegato agli studi di Shelley E. Taylor, pubblicati su American Psychologist, su come affrontiamo gli eventi. L'autore è riuscito a dimostrare che di solito diamo troppa importanza all'impatto negativo degli eventi che ci coinvolgono. Proprio come succede nella canzone di McFerrin: 'Non ti preoccupare, passerà presto, qualsiasi cosa sia (Don't worry, it will soon pass. Whatever it is)", conclude Popova.
Longevità e ottimismo. Una ricerca della Yeshiva University di New York, pubblicato pochi giorni fa su Aging, ha rivelato che le persone ottimiste e accomodanti sono più longeve. Per stare bene l'unica cosa da fare è quindi seguire il semplice consiglio di McFerrin: "Non preoccupatevi, siate felici". Non si tratta solo di canzonette: spesso musica e ritmo possono salvarci o almeno aiutarci a vivere meglio o più a lungo.
Da Repubblica (8 giugno 2012)
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